“dieta Mediterranea” Contaldo

Risalente alla Magna Grecia, scoperta dall'America, dichiarata dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanit, la dieta mediterranea pi di un regime alimentare: in essa trovano espressione antiche tradizioni culturali e una lunga storia di convivialit. Se il bestseller di Ancel e Margaret Keys "How to Eat Well and Stay Well. The Mediterranean Way" del 1975 a dare dignit scientifica e fama alla dieta mediterranea, vero che essa preesisteva, come ricco sedimento di usanze, di divieti religiosi ed etici, di costumi antropologici, che il libro ripercorre tutti restituendoci la consapevolezza di una parte importante della nostra cultura materiale.

La dieta mediterranea, a dispetto delle mode, non accenna a scendere dal podio dei regimi alimentari consigliati per mantenere salute e benessere. Fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso biologi, nutrizionisti, medici raccomandano un’alimentazione ricca di cereali, legumi, frutta, verdura, pesce e pasta e povera di prodotti di origine animale per contrastare le malattie proprie delle società industriali. Ma cosa c’è di vero e cosa è stato mitizzato di un modello che non corrisponde a nessuna precisa realtà storica e geografica del Mediterraneo, visto che ancora nella prima metà del Novecento olio, grano e vino – la cosiddetta “trinità mediterranea” – entravano solo nelle cucine dei ricchi? Ed è poi corretto definire “locale” e “tradizionale” ciò che – come quella “trinità” – è giunto dall’esterno e le relative elaborazioni, che sono esito e testimonianza di passaggi, incontri, commistioni di popoli e culture differenti?

Love, drama and betrayal under the Sicilian sun: this ‘pasticcio’ of folk melodies and music by ‘learned’ composers was born of the love of Leonardo García Alarcón and the singers and musicians of the Cappella Mediterranea for Calabrian, Sicilian and Neapolitan songs dating from the seventeenth and eighteenth centuries. We hear music by Alessandro Scarlatti and Sigismondo d’India, both born in Palermo, as well as works from the extraordinarily rich collection of St John’s Co-Cathedral in Malta (notably by Vincenzo Tozzi). Leonardo García Alarcón even composed a five-part fugue on La canzone di Cecilia , associated with the heroine of the drama. The music was arranged by Quito Gato. This tribute to southern Italy by Cappella Mediterranea has triumphed on stage for years; now this recording immortalises it.

Monteverdi’s L’Orfeo is naturally an iconic work for Leonardo García Alarcón. The Argentinian conductor has performed and matured his interpretation of Monteverdi’s masterpiece throughout his life. Together with his group of soloists, the Namur Chamber Choir and the Cappella Mediterranea ensemble, he now presents his vision of L’Orfeo: Monteverdi’s opera is as much the apotheosis of the Renaissance as a testimony to the nascent Baroque style.