Matteo Bordone "l'invenzione Del Boomer

Il 4 novembre 2019, durante una seduta a tema ambiente del parlamento neozelandese, una deputata di venticinque anni zittisce un collega più anziano con due semplici e all’epoca oscure parole: «Ok, boomer». Inizia così la fortuna di un’etichetta che sembra saldare i fronti di uno scontro generazionale: da una parte, i “figli del boom”, che hanno surfato sull’esplosione economica e occupato militarmente tutti i posti di potere; dall’altra, le generazioni nate all’ombra della crisi del nuovo millennio, consapevoli del disastro economico-ambientale e desiderosi di ottenere sui boomer la propria rabbiosa rivalsa – o forse vendetta. Matteo Bordone ricostruisce la storia di questa faida antica come le commedie di Plauto, che nell’era dell’identità sembra aver trovato una nuova, animosa e un po’ stolida forza di contrapposizione. Ma questa contrapposizione è vera, in questi termini puramente anagrafici?

La Grande guerra e la Resistenza hanno prodotto un terremoto nella letteratura: esprimere il nucleo indicibile di una violenza di tale portata attraverso i vecchi canoni non era possibile. Per la prima volta nella storia dell'umanità milioni di individui sono stati messi di fronte ad armamenti di enorme potenza distruttiva e un nuovo, feroce modo di combattere si è imposto, mutando il rapporto tra uomo e natura per sempre. La rappresentazione del paesaggio ne ha risentito fortemente. Nella Grande guerra, come dimostrano i testi di Emilio Lussu o Renato Serra, la condizione del soldato al fronte sembra riflettere una frattura incomponibile tra uomo e ambiente. Nella Seconda guerra mondiale invece, col ritorno del soldato-partigiano nell'alvo della natura, si riaffacciano immagini di un paesaggio a misura umana, come nelle pagine di Beppe Fenoglio, Luigi Meneghello, Giovanna Zangrandi, Angelo Del Boca: protettivo e adatto a una nuova alleanza con gli uomini…

The Ferrara‐born Luzzasco Luzzaschi might not exactly be a household name, but his contribution to the development of the madrigal places him within that elite category of composers who helped shape the course of music history. The favourite musician of Duke Alfonso II, the last of the legitimate d’Este (the most intellectual and cultivated dynasty of Renaissance Italy) it was Luzzaschi who, in his role as the finest keyboard player of the period, cultivated the open score approach to performance. This was essentially a sort of motet of madrigal without words that focused on highly refined counterpoint and on the complexity of fugues i.e. four‐voice writing, without recourse to embellishment or any added prettiness. Only the second of the composer’s three books of ricercari, as detailed in this recording, has survived – a regrettable fact, given that the 1578 manuscript is unrivalled in its complexity among keyboard music of the second half of the 16th century.

Francesco è cresciuto pensando di non potersi concedere nulla, se prima non si è preoccupato per gli altri: invece di dare la priorità ai propri desideri, ha sempre vissuto per compiacere la famiglia, il capo o gli amici. Giulia fa l’artista ed è ossessionata dalla perfezione: crede che solo l’approvazione la renda meritevole di attenzioni. Come loro, anche noi possiamo sentirci così guidati dai giudizi altrui da ritrovarci totalmente spaesati, persino sulla strada che crediamo di avere scelto. In questo libro lo psicoterapeuta Matteo Neroni, autore del seguitissimo podcast LiberaMente, ci spiega come ritarare la nostra bussola attraverso le risposte che diamo ogni giorno: è proprio grazie ai nostri Sì e No quotidiani che ci apriamo oppure rinunciamo alle opportunità della vita..

The new recording features an uncut edition including all the repetitions, original cadenzas and variations written by the singers, as well as the rarely performed finaletto.