Baglini

A distanza di tredici anni dalla registrazione della Sinfonia n. 9, album di debutto su Decca per Maurizio Baglini, il pianista toscano ritorna ad affrontare Beethoven trascritto da Liszt con una nuova proposta: la Sinfonia n. 6 op. 68 “Pastorale”. Un progetto che presenta all'ascoltatore alcuni legami indissolubili: la figura centrale di Beethoven nella storia universale, l'inclusione di culture esotiche – quella turca, nello specifico – nell'evoluzione sociologica europea, l'intervento fondamentale di Franz Liszt nella valorizzazione della musica di Beethoven nel secondo Ottocento. Beethoven ebbe un rapporto fortissimo con la società, con la politica e con la natura, percepita come trasfigurazione dell'esistenza terrena e ultraterrena: un rapporto spirituale, oltre che concreto e quotidianamente alimentato da un desiderio di frequentazione dell'ambiente a lui circostante. Questo sentimento che lega la natura con l’esistenza stessa, la vita, sono tutti presenti nella “Pastorale” come anche nei brani di Liszt che completano l’album: dal carattere bucolico dell’Allegro Pastorale e della Pastorale n. 3 al senso di caducità dell’esistenza della Totentanz.

A distanza di tredici anni dalla registrazione della Sinfonia n. 9, album di debutto su Decca per Maurizio Baglini, il pianista toscano ritorna ad affrontare Beethoven trascritto da Liszt con una nuova proposta: la Sinfonia n. 6 op. 68 “Pastorale”. Un progetto che presenta all'ascoltatore alcuni legami indissolubili: la figura centrale di Beethoven nella storia universale, l'inclusione di culture esotiche – quella turca, nello specifico – nell'evoluzione sociologica europea, l'intervento fondamentale di Franz Liszt nella valorizzazione della musica di Beethoven nel secondo Ottocento. Beethoven ebbe un rapporto fortissimo con la società, con la politica e con la natura, percepita come trasfigurazione dell'esistenza terrena e ultraterrena: un rapporto spirituale, oltre che concreto e quotidianamente alimentato da un desiderio di frequentazione dell'ambiente a lui circostante. Questo sentimento che lega la natura con l’esistenza stessa, la vita, sono tutti presenti nella “Pastorale” come anche nei brani di Liszt che completano l’album: dal carattere bucolico dell’Allegro Pastorale e della Pastorale n. 3 al senso di caducità dell’esistenza della Totentanz.

La quarta registrazione della collana Live at Amiata Piano Festival è il completamento del progetto Haydn avviato nel 2016 che ha generato nel 2017 la pubblicazione del primo album del festival, concepito per tracciare una memoria storica.
In questa nuova registrazione realizzata il 27 giugno 2019 troviamo gli stessi interpreti - Maurizio Baglini, Silvia Chiesa, Guido Rimonda e la Camerata Ducale – impegnato nel Doppio Concerto per violino, pianoforte e orchestra in fa maggiore, nel Concerto per violino e orchestra in do maggiore, nel Concerto per violoncello e orchestra in re maggiore e nel Concerto per pianoforte e archi in sol maggiore ai quali sono stati aggiunti materiali che era rimasti esclusi nella prima produzione discografica: la Sinfonia degli Addii e l'Ouverture in Re.

It is a CD that aims straight to the heart with special arrows this "Arabeske", the fourth of the thirteen planned for the full piano by Robert Schumann. In reality, we could say the same thing for everyone so far published, if it were not that here it is legitimate to venture a veiled similarity with the "Concept album", a term coined for a completely different kind, that is the progressive rock of the '70s, it has become one of the major distinguishing features.

La terza registrazione della collana Live at Amiata Piano Festival contiene i Concerti bachiani per 2, 3 e 4 pianoforti registrati dal vivo presso il Forum Fondazione Bertarelli il 30 agosto 2018 con protagonisti Mauruzio Baglini, Gianluca Luisi, Marcello Mazzoni, Andrea Padova, Marco Scolastra accompagni dai Solisti Filarmonici Italiani diretti da Federico Guglielmo.
Questo progetto discografico ha avuto inizio nel 2017 con l’album dedicato ad Haydn è stato concepito per tracciare una memoria storica del Festival.

C‘est sous les doigts du brillant pianiste italien Maurizio Baglini (*1975) que retentissent les deux « vraies » sonates de Schumann, ainsi que sa diabolique Toccata. « Vraies » sonates car il en existe une sorte de troisième, également écrite en 1835 comme les deux autres, mais qui porte le nom de « Concerto sans orchestre », que Baglini ne donne pas ici.

A village in the foothills of the Pyrenees, with a population of not much more than 400. An eleventhcentury church. A princely piano. And Robert Schumann, who on this CD, the third in a series that will eventually run to 14 covering the composer’s complete works for piano, is depicted between the ages of 27 and 28, at the peak of his visionary creative powers, under the infl uence of literature and an idea of music-making as a mission, a valiant struggle against conformity.

A village in the foothills of the Pyrenees, with a population of not much more than 400. An eleventhcentury church. A princely piano. And Robert Schumann, who on this CD, the third in a series that will eventually run to 14 covering the composer’s complete works for piano, is depicted between the ages of 27 and 28, at the peak of his visionary creative powers, under the infl uence of literature and an idea of music-making as a mission, a valiant struggle against conformity.

La violoncelliste italienne Silvia Chiesa et le non moins italien pianiste Maurizio Bagini ont formé, en 2005, un duo violoncelle-piano désormais installé dans la planète musicale internationale ; on leur doit déjà une intégrale Saint-Saëns, un album avec les sonates de Brahms et l’ « Arpeggione » de Schubert. Voici l’intégrale – hélas bien courte – des œuvres que Rachmaninov a consacré à la formation, mais il s’y trouve quand même une somptueuse sonate de 1901un des grands sommets du duo violoncelle-piano. Les deux instruments y sont traités en égaux parfaits.