Fosse Boathouse

Prosa (1996) is a collaborative album by Norwegian artist Jon Fosse and saxophonist Karl Seglem. Fosse, known for his work as a playwright and poet, provides vocal recitations, while Seglem leads the musical elements with his distinctive jazz compositions, which include saxophone and Norwegian folk instruments like the Hardingfele (Hardanger fiddle). This project blends contemporary jazz with spoken word, creating a unique fusion that is both atmospheric and emotionally resonant.

Dikt (2005) is a collaboration between Norwegian saxophonist Karl Seglem and renowned playwright Jon Fosse. The album features a blend of Seglem’s evocative saxophone and soundscapes paired with Fosse's spoken word poetry. The music, which intertwines jazz, electronic elements, and improvisation, complements the minimalist, meditative nature of Fosse’s writing. This project is a poetic exploration of themes such as silence, nature, and existential reflection.

Don't dance for the audience. Dance for yourself.

Il lavoro qui proposto è il risultato di una impellente necessità dell'autore di conciliare lo sforzo umano, tecnico e scientifico dell'archeologia con quelle che sono le pulsioni attuali della società e le urgenze culturali e storiche aliene all'ambito accademico su cui la disciplina si è consolidata. La sempre più frequente applicazione delle metodologie e delle tecniche di indagine archeologica ai contesti di genocidio e di violazione dei diritti umani arricchisce di ulteriore significato e valore umanitario una disciplina che già di per se è abituata a scandagliare tracce umane silenziate e mappe di civiltà sconosciute, fra evidenze oggettive e fonti storiche di parte. Queste stesse mappe di civiltà possono essere oggi indagate fra le innumerevoli pieghe di una società complessa ed apparentemente iper-informata come quella attuale, affetta però della parzialità e partitarietà del dato informativo e dalla confusione della ripetitività delle informazioni con l'oggettività delle stesse.