Johann Strauss Jr. il Pipistrello Ita

"L’uomo è certamente l’opera più bella del Creatore; ogni pensiero, ogni affetto di lui ha certi tratti esterni che si corrispondono; il loro espressivo linguaggio previene la parola. Simili tratti dovrebbero essere come lo specchio della di lui anima; ma l’uomo vizioso impara a fingere, cerca nascondere in sè stesso le sue passioni, i suoi vizj; vorrebbe pur far sottentrare all’espression della colpa quella della virtù; l’ipocrisia però gli presta invano ogni suo soccorso; il di lui essere intellettuale modifica quasi sempre l’essere fisico, giacchè in realtà le abitudini dell’anima influiscono sui tratti esterni, e questa verità per l’appunto è quella che ha dato origine all’arte fisionomica.

Un tempo, prima dell’organizzazione patriarcale, l’umanità è passata attraverso due stadi: quello della promiscuità sessuale e quello del matriarcato. Questo sosteneva Bachofen, versatile figura che ha saputo muoversi con grande intelligenza tra filosofia, sociologia, archeologia e psicologia. La teoria del matriarcato di Bachofen venne fatta propria dal marxismo per dimostrare la transitorietà della famiglia borghese e costituì materia di disputa per Freud e Jung nello sviluppo della contrapposizione tra femminilità e virilità nella struttura della psiche. In tempi più recenti è stata recuperata dai movimenti femministi per dimostrare come il potere maschile non abbia rappresentato una costante storica.

In questo volume Bachofen indaga la forza del simbolo presso i popoli dell'antichità, una forza in grado di destare esperienze ancestrali e presagi che il linguaggio può solo provare a interpretare. L'opera ci guida attraverso quell'età in cui l'umanità, ben lontana dalla limitatezza del segno, soggiaceva ancora alla potenza del simbolo e della natura, quale fonte e archetipo di ogni forma spirituale. Dall'uovo al matrimonio, dai giochi agli animali, Bachofen ci restituisce la storia e l'evoluzione del simbolismo funerario del mondo antico e, così facendo, ci offre un primo esempio di quella "storia delle immagini" che avrà un profondo e prolifico influsso su autori come Aby Warburg e Walter Benjamin.

Frederick Brooks fornisce nozioni puntuali unite a considerazioni che fanno riflettere e compone un corpus di conoscenze utili a chiunque debba gestire progetti complessi. Il testo è frutto dell'esperienza dell'autore come project manager in IBM ed è stato rivisto vent'anni dopo la prima pubblicazione trasformandolo in una lettura fondamentale anche nel XXI secolo per chi si avvicina alla gestione di progetti software. L'argomento principale è che i grandi progetti hanno problemi di gestione diversi da quelli piccoli a causa della maggiore suddivisione del lavoro e dei compiti. Da questo deriva la famosa legge di Brooks per cui all'aumentare del numero di sviluppatori in un progetto aumenta anche la complessità e il numero di giornate-uomo necessarie. Un progetto di successo è quindi il risultato della comprensione totale dell'integrità del prodotto da creare e la giusta organizzazione del lavoro e delle risorse. Una volta sfatato il mito della giornata-uomo è il tempo di affrontare la sfida per uno sviluppo consapevole e di successo.

Lotte Schöne is one of those singers whose personality shines through the shellac: joyful, expressive, and bubbly. She was loved by audiences in Vienna, Salzburg, Berlin, Paris, and London. Being Jewish, she left Berlin in 1933, but continued to sing in Vienna and Paris until 1938. At the outbreak of World War II, Schöne took refuge in a small village in the French Alps, where she stayed in hiding until 1945. After the war she gave occasional concerts and sang one performance in 1948 at the Berlin State Opera. She spent the remainder of her life living outside of Paris with her son and grandchildren. Lotte Schöne’s records are highly prized, especially her acoustic discs. This set contains all of her known recordings for Vox, Odeon, and the Gramophone Company, including six unpublished Odeon sides made just before the company’s conversion from the acoustic to the electric recording process, and four unpublished Gramophone Company sides of Hugo Wolf songs recorded in 1934. The set concludes with a delightful group of non-commercial discs made for her family, and a substantial offering of German and French songs recorded late in her career for French and German Radio in 1948 and 1950. This is the first time that Lotte Schöne’s complete extant recordings can be heard in one compilation. The booklet includes rare photos, an evaluation of Schöne’s recordings by Michael Aspinall, and a personal essay by the noted French author, André Tubeuf, written in English especially for this Marston Records release.