Julia 166 i Due Ladri

Henrietta Barrett non ha mai dato peso alle convenzioni della società: vive in Cornovaglia, dove si occupa con amore della tenuta del suo tutore; indossa pratici calzoni invece di abiti sontuosi e risponde all'improbabile nome di "Henry". Quando però l'anziano lord Carlyle muore, Stannage Park va in eredità a un lontano cugino, William Dunford, il più impenitente scapolo di Londra, che rimane parecchio sorpreso quando viene a sapere di avere ereditato una proprietà, un titolo… e una pupilla, la quale è ben determinata a far sì che la prima visita del nuovo proprietario alla tenuta sia anche l'ultima. Già, perché Henry ha tutta l'intenzione di continuare a gestirla senza alcun aiuto da parte di questo bellimbusto del nuovo padrone. Dal canto suo, Dunford è sicuro di poter cambiare le cose… a partire da quella giovane fanciulla selvatica. Ma avrà da penare non poco per trasformare una ragazza all'apparenza sfacciata in una vera lady. Un'impresa che potrebbe riservargli dolci sorprese.

Nel luglio del 1940 l’unico modo per un americano di lasciare l’Europa è passare da Lisbona, il solo porto neutrale rimasto nel continente. Ma quanto può durare la neutralità di un paese il cui dittatore, Salazar, simpatizza per i nazisti? Lo scopriranno i coniugi americani Pete e Julia Winters, che aspettano di imbarcarsi sulla SS Manhattan, la nave che dovrebbe riportarli sul suolo natio e a una vita tranquilla di cui non sentono molto la mancanza. Mentre trascorrono le ore in un caffè della capitale portoghese cercando di non pensare al lento disfacimento del loro matrimonio, incontrano Edward e Iris Freleng, scrittori bohémien di romanzi polizieschi, anch’essi in procinto di partire. Gli sguardi di Pete e Edward si incrociano, sfaldando ulteriormente le vite delle due coppie..

Julia e Pete Winters sono americani molto per bene e a Parigi hanno cercato una fuga dalla loro ordinaria vita matrimoniale, Edward e Iris Freleng sono eleganti, ricchi con noncuranza, due bohémien che hanno girato la costa francese sperando fino all'ultimo di non doverla lasciare. Invece il giugno del 1940 li sorprende tutti e quattro bloccati nell'atmosfera precaria, al tempo stesso seducente e trasandata, del neutrale porto di Lisbona. Dai confini di molte nazioni ormai risuonano i colpi di mortaio, ma loro aspettano senza troppa ansia l'arrivo della nave SS Manhattan che li porterà in salvo a New York, non del tutto convinti di voler rimpatriare. Si conoscono al Café Suica ed è subito evidente una tensione tra loro: entrambe le coppie nascondono un segreto che senza essere esibito le lega insieme fin dal primo istante, entrambe le coppie sono tormentate dalle convenzioni sociali e sessuali dell'epoca. Come l'Europa fatica a tenere in vita gli ultimi equilibri e affonda inesorabilmente nella guerra, così anche la stabilità dei Winters e dei Freleng comincia a cedere…

In her second solo collection, Julia's voice dances between hopeful and weary, defeated and desperately alive. Composed in California, refined in France and sculpted in Australia and India, as the summer turned to fall in New York City, they poured through her hands to the ears and hands of Producer Thomas Bartlett who has worked with Doveman, Antony & the Johnsons and The National and is currently producing upcoming record by Glen Hansard. Bartlett expertly creates living and breathing sounds along with the most understatedly talented musicians on 'By The Horns'. The sessions were co-produced by Patrick Dillett, equally known for his work recording powerful female vocalists like Mary J Blige and Mariah Carey, and as a producer for David Byrne and Arto Lindsay and mixed Julia's first solo album 'The Memory Machine'. 'By The Horns' signals a great transition; an introduction of Julia Stone as a singular artist of her own voice, the birth of a mature voice of formidable strength and delicate insight, out of the shadow of past successes.

Orfeo honours Júlia Várady as one of the most important sopranos of the second half of the 20th century with the release of this 10-album boxed set "The Orfeo Recordings" on the occasion of her 80th anniversary on 1st September. A significant number of opera lovers and connoisseurs maintain that Maria Callas’ mantle ought to have passed to Júlia Várady, and that the (now eighty-year-old) Romanian-Hungarian-German soprano actually should, in her day, have ascended the international throne of the prima donna assoluta.