Nunta Muta

Across the XXth century, creative musical thinking has increasingly focused not only on the organization of sound, but also on the generation and production of musical sound itself: in that direction, the role of electrocoustic composition has been fundamental, if not crucial. One might view Agostino Di Scipios work as belonging to such creative musical framework. It shows a remarkable maturity in compositional conception, characterized since the beginning by two peculiar traits: a definite sonic imagination just as harsh as much captivating and a special interest for different sorts of systems, that Di Scipio embeds in his works as instances of reality (historical and present) in an interplay of interactions of both experiential and conceptual nature.

Thanks to countless TV ads hawking collections of his music, Zamfir is almost universally recognized as the "Master of the Pan Flute." While that title may be cause for smirking in some quarters – whether because of its overexposure or a general distaste for easy listening music – it's true that Gheorghe Zamfir was single-handedly responsible for popularizing an ancient, traditional Eastern European instrument that was in danger of dying out for lack of interest. Made of bamboo, reeds, or wood, the pan flute (also known as the pan pipes or the nai) consists of a series of tubes, each of which sounds one individual note, and are fastened together side by side.

The combination of the Pan Flute and the Organ makes perfect sense, given that the organ is in fact a giant pan flute in the production of the tone. How well the two instruments fit together and how beautifully they can grow to form one large instrument is demonstrated on the present recording.The organ is a 1722 Matthäus Carlen organ in Valais Switzerland, and the musicians have chosen repertoire from this period, in juxtaposition with traditional Rumanian music in which the pan flute already for centuries plays an essential role: works by Vivaldi, Froberger, Purcell, Handel, Bach and Muffat are set against folk music from Bukovina and Romania.

Chi è Caffa, l’oscuro protagonista di questo libro? Non lo sappiamo, e forse non lo sapremo mai. Tutti, in queste pagine febbrili, parlano di lui. Ma lui non c’è, non parla (o quasi). È la figura muta (o quasi muta) attorno a cui ruota il tutto. E il tutto è una ridda di voci incontrollate. Voci che si susseguono, si mescolano, si sovrappongono per raccontare l’esistenza ridicola e disperata di un uomo di cui non sappiamo nemmeno il nome esatto: per alcuni Caffa, per altri Coffi, per altri ancora Caffè… Forse Caffa è semplicemente un angelo caduto in un mondo di folli, oppure è un nevrotico assoluto. Fatto sta che di mestiere fa l’impiegato, a tempo perso scrive, considera la musica come via verso un nutrimento sconosciuto, ha fidanzate che non lo capiscono, amici e colleghi che lo fraintendono. Per certi versi ricorda Kafka, ma per altri no. Insomma, La verità sul caso Caffa è un enigma, ma piuttosto comico.

La notte sta per cedere il passo all'ennesima, caldissima giornata dell'estate emiliana quando Bruno Muta, ex enfant prodige della moda, viene ritrovato brutalmente assassinato nel garage di casa sua. Lo stilista, uscito da non molto di prigione dopo una condanna per falso in bilancio, viveva solo e senza contatti esterni, ma da alcuni dettagli nella scena del delitto la polizia deduce che conoscesse il suo assassino. Questo particolare non può non scuotere il Club Montecristo, l'associazione segreta di mutuo soccorso fra ex-detenuti in cui stava per entrare Ares Malerba, a lungo compagno di cella di Muta. Ora Malerba è scomparso, evaso dalla semilibertà nelle stesse ore del delitto, e conoscendo l'accanimento degli inquirenti contro chiunque si sia macchiato in passato di una colpa – non importa se già scontata e riscattata –, il Club teme che Ares finisca in cima alla lista dei sospettati..

“Cerchi” è il settimo album di Erica Mou, cantante, autrice, scrittrice. Undici brani in cui il primo e l’ultimo si tendono le mani a descrivere un cerchio; nel mezzo la vita che scorre fra cambi di prospettive geografiche e di vita, perdite incolmabili e rinascite con nuove certezze, futuro e memoria trattenuta come un infinito respiro. Registrato live durante una residenza artistica al Teatro Petrella di Longiano, preservando l’artigianalità e la spontaneità del processo creativo.

Der japanische Hornist Jo Kishigami und sein Landsmann Kensuke Ohira präsentieren auf diesem Album anspruchsvolle sowie vielseitige Originalwerke und Bearbeitungen für Horn und Orgel. Die Interpreten sind sich bei ihrem Musikstudium in Tokyo erstmals begegnet. Beide haben ihre Ausbildung in Deutschland fortgesetzt und sind hier mit ausgezeichneten Abschlüssen in ihre berufliche Karriere gestartet. Als Aufnahmeort wählten sie eine der ältesten Kirchen Oberschwabens: die um 1325 begonnene und um 1500 als dreischiffige Basilika vollendete Stadtpfarrkirche St. Martin in Memmingen.