Schadenfreude

You know that feeling you get watching the elevator doors slam shut just before your toxic coworker can step in? Or seeing a parking ticket on a Hummer? There’s a word for this mix of malice and joy, and the Germans (of course) invented it. It’s Schadenfreude, deriving pleasure from others’ misfortune.

An entertaining and insightful exploration of schadenfreude: the deliciously dark and complex joy we've all felt, from time to time, at news of others' misfortunes.

An entertaining and insightful exploration of schadenfreude: the deliciously dark and complex joy we've all felt, from time to time, at news of others' misfortunes.

A witty volume for anyone who’s ever asked, “Is it wrong that I’m smiling?”

«La sfortuna degli altri è dolce come il miele», dice un antico proverbio giapponese, mentre i soliti, pragmatici tedeschi l'hanno detto con una parola sola: Schadenfreude, "la gioia per le disgrazie altrui". Il termine è minaccioso e oscuro, ma l'emozione è deliziosa e più comune di quanto siamo disposti ad ammettere. Tutti l'abbiamo provata e la proviamo ogni giorno, in fila al supermercato o girovagando sui social. È la gioia segreta quando vediamo l'uomo d'affari che pesta una cacca di cane, il politico sommerso di insulti su Facebook, il nostro vicino a cui si rompono i sacchi della spazzatura stracolmi. Spesso la travestiamo da giustizia divina, da vendetta del karma, quando l'universo sembra punire chi se lo merita. Però non sempre è così, o non solo..