Frank Furedi

Negli ultimi decenni quasi ogni aspetto della vita è diventato oggetto di una nuova cultura delle emozioni. Bambini di nove o dieci anni affermano di sentirsi “stressati” e spesso viene loro diagnosticato uno stato di depressione o di trauma. Delusioni quotidiane – un rifiuto, un insuccesso, il sentirsi ignorati – vengono visti come una minaccia all’autostima. L’affermarsi di questa cultura “terapeutica”, di un modo di pensare diffuso che influenza la percezione generale dei fatti della vita, coincide per Furedi con una radicale ridefinizione della personalità. Sempre più si incoraggiano le persone a vedersi come impotenti e insicure, a considerare una certa vulnerabilità come una caratteristica psicologica umana e a esternare la propria fragilità interiore..

In 1997, Frank Furedi published a book called Culture of Fear. It was widely acclaimed as perceptive and prophetic. Now Furedi returns to his original theme, as most of what he predicted has come true. In How Fear Works, Furedi seeks to explain two interrelated themes: why has fear acquired such a morally commanding status in society today and how has the way we fear today changed from the way that it was experienced in the past?

Frank Furedi examines the frequent claim that democracy is a means to an end rather than an important value in and of itself. The prevalence of this sentiment in the current era is not surprising, given that the normative foundation for democracy is fragile, and there is little cultural valuation for this outlook. Until recently, virtually every serious commentator paid lip-service to democracy.