Ortega y Gasset

En 1935, Le philosophe José Ortega y Gasset prononce un discours au Congrès international des bibliothécaires.

"De Europa meditatio quaedam" è il titolo della conferenza tenuta da José Ortega y Gasset il 7 settembre 1949. Si tratta di un testo affascinante, denso, mai banale, che costituisce la summa del pensiero del filosofo madrileno. Ortega non tratta della guerra, ma la guerra è lì, aleggia come uno spettro. In breve, è la sua premessa necessaria. Resta solo da indicare la via d’uscita. Per fare questo, occorre interrogarsi con sincerità sulle cause che hanno gettato l’Europa nella disperazione. Un’Europa che era unità e pluralità: di abitudini, di usi, di lingua, di diritto, di potere politico. Poi, a un certo punto, la nazione è divenuta matrigna, si è fatta programma politico ed è degenerata nel nazionalismo, in un concetto artificiale che ha finito per aprire le porte alla guerra civile. A quattro anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, la dimensione del mondo si è già contratta. Recuperare, allora, la dimensione esistenziale dell’Europa diviene una necessità impellente: perché i popoli e le nazioni esistono. È da qui che occorre ripartire.

Der Philosoph José Ortega y Gasset hat mit seiner Schrift zur „Sozialpädagogik als politisches Programm“ Grundzüge einer Sozialpädagogik für den Spanisch sprechenden Raum dargelegt.

Il celebre corso, "Che cos'è la filosofia?" (1929) - svolto in un teatro a causa delle contestazioni studentesche alle quali partecipò anche Ortega costituisce il manifesto della ragione vitale e storica in dialogo con Dilthey, Husserl e soprattutto Heidegger. L'occupazione filosofica, di indole rigorosamente teoretica, non è priva di audacia ed é caratterizzata da una dimensione ludico-sportiva, a cui si dedicano gli uomini liberi; perciò essa è un'attività superflua dell'uomo 'nobile' che nondimeno la giudica indispensabile per vivere una vita qualitativamente umana ed all'altezza del tempo.

Nacido en Argentina, Andrés Oppenheimer se inició en el periodismo en su país natal, se doctoró en periodismo en la Universidad de Columbia en 1978 y comenzó a trabajar en The Associated Press en Nueva York ese mismo año. Desde 1983 trabaja para The Miami Herald y su columna sindicada se publica semanalmente en más de cuarenta periódicos. Su nombre figura en el ranking de periodistas más influyentes de Estados Unidos que realiza la revista Forbes y su trabajo ha sido reconocido con los más prestigiosos premios internacionales: ha sido co-ganador del Premio Pulitzer, ganador del Premio Ortega y Gasset y del Maria Moors Cabot. Ha publicado varios bestsellers, entre ellos México: en la frontera del caos, Crónicas de héroes y bandidos, La hora final de Castro, Ojos vendados, Cuentos chinos y Los Estados desunidos de Latinoamérica.