Raymond Carver

Kostja kommt entstellt aus Tschetschenien zurück, bei einem Raketenangriff wurde sein Gesicht bis zur Unkenntlichkeit verbrannt. In Moskau vergräbt er sich, säuft Wodka und zeichnet. Nur seine Nachbarin holt ihn gelegentlich aus seinem Kokon: Er soll ihrem Sohn Angst einjagen, wenn der mal wieder nicht ins Bett will. Eines Tages tauchen zwei ehemalige Kameraden bei ihm auf, sie suchen Sergej, der sie aus dem brennenden Panzer gezogen hat…

Nés dans la violence, ces jeunes loups ont la rage au coeur. La petite ville d'Irlande où ils vivent leur promet un destin perdu d'avance. Mais ils résistent, apprennent à aimer, à fuir, à rêver de lumière. En sept nouvelles ciselées à la perfection, Colin Barrett s'impose en digne successeur de Raymond Carver ou de Ken Loach. Dans un monde sans horizon, la possibilité de l'inventer existe toujours, et l'écrivain est là pour saisir les pas de côté, les silences qui donnent à chaque homme et chaque femme traversant ce livre une force hors du commun.

"Nobody writes better about falling in love than Alice Adams," a New York Times critic said of the prolific short-story writer and bestselling novelist whose dozens of published stories and eleven novels illuminate the American Century.

La letteratura e la musica ci hanno abituato a pensare che non ci sia nulla di speciale nelle storie sul recupero da una dipendenza: non sono eccezionali quanto le avventure estreme e spericolate vissute durante una sbornia, non sono sagge quanto il genio creativo alimentato dall'alcol, celebrato dalla critica e acclamato dal pubblico. Anche nella storia sul recupero di una giovane ragazza americana, a prima vista, non c'è nulla di speciale, eccezionale o saggio: una studentessa che viaggia attraverso il Paese per laurearsi a Harvard, frequentare uno dei migliori master di scrittura creativa degli Stati Uniti e ottenere il dottorato in letteratura a Yale; un'alcolista con disturbi alimentari che si mantiene lavorando in una pasticceria mentre scrive un romanzo e prova a convivere con lo struggente bisogno di sentirsi unica agli occhi dei familiari, dei colleghi, degli amici, del fidanzato..

Giovanni Ubezio non è uno scrittore professionista: svolge il mestiere di taxista a Milano. Tuttavia è autore di racconti: spiazzanti, divertenti, profondi, sorprendenti. Scrive grazie a una sorta di dittafono, seduto in auto, durante le pause ai posteggi, mentre i suoi colleghi leggono il giornale o chiacchierano. È cauto e molto preciso, lento e perfezionista; ha una propria idea della perfezione: riporta con fedeltà assoluta i dialoghi avvenuti all’interno del suo taxi e le riflessioni personali, prive di filtri o rimaneggiamenti, fermate nella memoria o appuntate velocemente durante l’orario di lavoro. Il risultato è che queste brevi narrazioni hanno fatto richiamare i nomi di Robert Walser o Raymond Carver. È grazie a un caso del destino, se quelli che lui definisce racconti sono giunti oggi alla pubblicazione.