Their genre in itself is hard to classify, but that definitely has its reference point the in the Canterbury progressive rock scene and in artists such as Soft Machine, Gong, Caravan, Henry Cow, Kevin Ayers and so on…
Non è un’operazione nostalgica e nemmeno un revival la ricognizione che da qualche anno Ernst Reijseger al violoncello, Angelo Conto al pianoforte e Simone Bosco alla batteria e percussioni, conducono nel proprio percorso musicale; piuttosto sembra una trovata per dire e proporre musica di un certo spessore. Certo non si può proprio pensare ad architetture sonore nuove di pacca, ma l’operazione odora di ricerca, tenta di restituire agli ascoltatori un aspetto culturale slegato dai meri contenuti di mercato di cui la musica è da diversi anni traboccante. Nascono così musiche ben diverse e nuove dimensioni, derivate dal felice incontro dell’interplay jazzistico e quello della musica d’avanguardia, imperniata sul gioco della variazione e microvariazione di cellule tematiche.